COME SCRIVERE UNA CANZONE
da oggi non avrete più scuse se non ne avete ancora scritta una
(liberamente ispirato da: “How to be in a pop group”
di Alan Jenkins, Cordelia Records 1994)
Beh, nasce prima il testo o la musica? Boh. Ogni tanto capita che scrivi un testo e questo andrà benissimo per la canzone che magari scriverai tre anni dopo, più spesso canticchi una melodia e pian piano ti vengono in mente le parole. In ogni modo il testo è importante se cantate in italiano perché tutti vi romperanno le scatole per sapere cosa dite, anche se fate grind. Se invece avete la fortuna di cantare in inglese nessuno farà caso a quello che dite anche se siete il nuovo bob dylan. Per questo molto spesso la gente canta in inglese.
Un problema che si pone a chi scrive canzoni è l’argomento, il tema: d’accordo che se fate dark i testi parleranno più che altro di belalugosi o se fate rap di ghetto, ma se ad esempio siete dei punx stufi di urlare facdepolis cosa fate?
Certi temi sono stati utilizzati troppo, quindi provate nuove vie: scrivete di vostra zia e non della vostra ragazza o del vostro ragazzo.
Se avete la cresta e volete urlare un testo pieno d’odio, ma a meno che non siete dei geni è difficile non essere scontati, provate a scrivere qualcosa sulle ferrovie o sulla new economy, invece che sullo stato o sui fascisti.
In ogni caso è meglio che non utilizziate certe parole nelle canzoni: ad esempio sconsiglio termini come vomitare, magia, cervello, ginocchio, duodeno, folletto, paradiso, fuoco, soccombere, male, altrimenti tutti capiranno che avete ascoltato molto heavy metal oppure che avete a casa dei dischi di elioelestorietese.
Beh due parole difficili per due concetti facili.
Armonia in una canzone di rock vuol dire: accordi di chitarra. Allora prendete da 2 a 6 accordi di chitarra (a meno che vogliate suonare progressive dovrebbero bastare), quelli che vi piacciono di più (ad esempio io ho sempre adorato il sol maggiore e il mi minore). A questo punto suonateli in una sequenza regolare e cercate di canticchiarci o fischiettarci sopra, se vi vengono in mente pezzi di canzoni altrui non fa niente, anzi è buon segno, basta che non siano troppo lunghi.
Ad un certo punto avrete trovato un paio di note che vanno bene con un paio di accordi: ecco questa è la melodia.
Quando avrete due o tre di questi pezzi messi assieme questi saranno una canzone.
Molti gruppi non strutturano un gran che le canzoni, ad esempio se ascoltate il CD dei carasciò vedrete che molto spesso c’è un giro solo che va avanti per tutto il pezzo. Questo procedimento va bene se non avete un gran che voglia di provare e se l’effetto che volete provocare è di depressione. In questi casi va però utilizzato un casino il lato emotivo del fare musica, cioè ci dovete saper fare con effetti, schianti, urli, dinamica rumore/silenzio.
Altri gruppi hanno invece delle strutture abbastanza complesse con stacchi, cambi di tempo, preritornelli, ritornelli, fughe, strofe etc. Ma in questo caso dovete saper suonare bene e poi le canzoni diventano un po’ noiose.
La struttura di una canzone-tipo dovrebbe essere strofa - ritornello - parte in mezzo - solo - strofa - ritornello - ritornello.
Non cominciate a scrivere canzoni partendo da un ritmo, altrimenti suoneranno stupide come quelle degli skoda.
Sconsiglio anche di partire da un riff di chitarra distorta, soprattutto se ci sono dei mi stoppati, sembrereste gli esseennepì dei poveri.
Una canzone accettabile dura dal minuto e mezzo (anche se “you suffer” dei napalm death dura molto meno) ai sei minuti. Una lunghezza maggiore annoia a morte il pubblico, costringe a fare assoli, a sovrastrutturare la canzone ed è indice di megalomania.
Se il ritornello è bello, resta impresso nell’ascoltatore anche se la canzone è corta perché la concentrazione resta alta per poco tempo.
E’ una condizione mentale particolare che permette di vedere un lato delle cose (di un giro di accordi come del latte scaduto nel frigo) sorprendentemente nuovo ed originale.
Alcune rockstars dicono di aver scritto la maggior parte delle loro canzoni stoned, ma stoned si riuscirebbe al massimo a scrivere egdtasshjlnchcjsdcnbsj.cnjvhl.-qpiou9'i’ocvkksmvsdjjcv-supjv-m-òovi§lajsssscu9’e8ashdal-asckhK o a suonare qualcosa di vascorossi.
Non ci sono metodi per indurre uno stato mentale ispirato, però per qualche ragione sovrannaturale esso nasce più frequentemente mentre suonate la chitarra e meno mentre giocate con la pleistescion o guardate ilgrandefratello (a meno che suoniate nei carasciò).